di Matteo Maria Furbetta e Casadei Andrea
Il c.d. Climate Change rappresenta una problematica discussa da decenni a livello internazionale, che attraversa delicate tematiche legate al progresso e alla necessaria evoluzione dei processi produttivi.
Le tappe fondamentali del cammino verso un’economia meno impattante possono essere riassunte in due grandi conquiste internazionali, rappresentate dalla stesura, nel 1997, del Protocollo di Kyoto e dalla sottoscrizione, nel 2015, dell’Accordo di Parigi. La ragione dell’importanza di tali traguardi è costituita dalla natura giuridicamente vincolante di questi due accordi, infatti, tanto con il Protocollo di Kyoto, quanto con l’Accordo di Parigi, i governi della maggior parte degli Stati del mondo si sono impegnati a ridurre progressivamente le emissioni climalteranti.
Tuttavia, sin dai primi approcci con tale problematica, si è avvertita l’impressione che intervenire soltanto dal punto di vista della limitazione delle emissioni non fosse sufficiente, occorreva mettere a bilancio una politica di adattamento nei confronti degli effetti ormai irretroattivi. Ed è proprio l’adattamento il focus introdotto dalla norma ISO 14090:2019.
L’emanazione di tale norma appare quasi profetica, dal momento in cui qualche mese più tardi il mondo avrebbe affrontato un’emergenza sanitaria senza precedenti: la pandemia del COVID-19. Le pandemie e, più in generale, l’origine e la propagazione di virus zoonotici sono in stretta connessione con i fattori climatici.
La norma in oggetto introduce un generico standard sull’adattamento ai cambiamenti climatici, e si pone, attraverso i suoi principi e linee guida, da faro per le imprese, al fine di indirizzarle nella predisposizione di piani efficaci ed illuminare la via verso il cambiamento.
Il messaggio fondamentale che la norma intende trasmettere consiste nel fatto che produrre senza considerare i cambiamenti climatici nei fattori di rischio, significa andare, con ogni probabilità, incontro al fallimento, ed è per tale ragione che è stata emanata la ISO 14090: offrire un ausilio alle imprese nell’elaborare tale importante variabile all’interno della propria strategia produttiva e commerciale, non dimenticando le opportunità di mercato che il Climate Change può offrire. Il contenuto della norma è volutamente generico, poiché parte dal presupposto che ogni tipo di attività debba, inevitabilmente, adattarsi ai cambiamenti climatici e offre uno strumento flessibile che può essere applicato sia da imprese che abbiano già iniziato piani di adattamento sia ad imprese che ancora non abbiano nemmeno considerato tale necessità. Tuttavia, la sua struttura risulta organicamente logica, dal momento in cui prevede attività progressive: valutazione degli impatti e delle opportunità; pianificazione all’adattamento; implementazione; monitoraggio e valutazione; attività di reportistica e comunicazione.
Il tempo per intervenire è giunto e, per alcuni aspetti, già passato; la congiunzione di forze tra la norma ISO 14090:2019 e gli obiettivi dettati dall’Accordo di Parigi e dall’Agenda 2030 ci offrono la possibilità di invertire la rotta, salvaguardando l’ambiente e le risorse naturali che ci offre.
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